foto_ Ufficio Stampa Acr Messina
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Ezio Raciti: "A Messina grande impresa. Dobbiamo investire nel calcio giovanile. A Catania.."

Il tecnico racconta la salvezza dei giallorossi 

Ezio Raciti, tecnico dell’Acr Messina, è stato tra i protagonisti della salvezza conquistata dai giallorossi in riva allo stretto. Una vera e propria impresa sportiva raccontata nel corso dell’ottava puntata della trasmissione “Al bar de LoSportWeb” condotta da Rosario Sortino, insieme a Mimmo Lazzarino e al tecnico Salvo Pennisi. 

“E’ stato difficile recuperare il gruppo – ha spiegato - ma sin da subito i ragazzi si sono messi a disposizione. Ho capito subito di aver con me una squadra eccezionale, fatta di bravi ragazzi, professionisti veri. Con il lavoro, giorno dopo giorno tutto è venuto più facile”. 

Si parla di Acr Messina, di Serie C ma anche del calcio siciliano che oggi vive un momento particolarmente difficile. “E’ un momento davvero brutto per il calcio siciliano – commenta - tante squadre che potrebbero stare in Lega Pro che invece sono tra Serie D ed Eccellenza. Non ho parole per quello che è avvenuto a Catania. Sappiamo tutti che Catania e Palermo per dimensioni dovrebbero stare regolarmente in Serie A”.
Raciti, da sempre tra i giovani, dopo Siracusa, è alla sua seconda esperienza tra i professionisti, facendo più che bene, facendo sempre tesoro delle stagioni precedenti. 

“Per un allenatore salire di categoria facilita le cose – ribadisce - ti relazioni con professionisti per cui è facile trasmettere le tue idee di calcio. A Messina sono arrivato quando all’interno dello spogliatoio l’autostima era bassa. Arrivavano dalla sconfitta contro la Turris, ma soprattutto di 6 stop in 7 partite. 
Giocavano con il 3-5-2 e ho preferito rimanere così per evitare di creare ancor più confusione. Volevo arrivare alla sosta natalizia lavorando su alcuni concetti di basa ma è stato fatto soprattutto un lavoro mentale. Mattone su mattone abbiamo costruito la salvezza con due settimane di anticipo. 
A dicembre eravamo ultimi con 13 punti nel girone C insieme alla Vibonese. Abbiamo fatto un percorso importante, attraverso la crescita e la consapevolezza di poter giocare contro chiunque. 
La scintilla? E’ scattata a Palermo. Al termine del primo tempo sotto di due reti negli spogliatoi ho alzato un po' la voce perché volevo che la squadra dimostrasse di avere dei valori e alla fine abbiamo pareggiato, rischiando di vincere. La settimana dopo abbiamo vinto al “San Nicola” contro il Bari. 

Tra i temi ricorrenti trattati nelle puntate, vi è sempre un filo conduttore legato al calcio giovanile. Concetto sposato in pieno dallo stesso Raciti che ha speso tanto della sua vita con La Meridiana a Catania. 
“Dovremmo investire nel settore giovanile – racconta - Io credo una società anziché spendere 100mila euro per un calciatore, dovrebbe investirli proprio nel settore giovanile perché con un lavoro fatto bene si potrebbero avere diversi calciatori buoni se ben allenati. Così come è importante l’area scouting perché ti aiuta ad abbattere i costi. Ci sono ragazzi tra Eccellenza e Serie D che meriterebbero di giocare tra i professionisti. 

Citiamo gli esempi di Alessandro Arena con il Gubbio, Orazio Pannitteri con la Fermana e Alessio Rizzo attualmente con il Paternò per citarne alcuni, ma poi vengono in mente, Kevin Biondi, Rapisarda, Di Grazia, Donnarumma, Nicastro e tanti altri.. 

“Sono cresciuti nel Catania e non credo che questi ragazzi abbiamo qualcosa in meno degli altri – conclude - ma sono costretti ad andare fuori per mostrare il loro valore. Negli anni il Catania ha fatto un grande lavoro ma poi non siamo stati in grado di valorizzarli, dargli la giusta dimensione. Con quei giocatori il Catania, avrebbe fatto la Serie C con costi minori. La gestione sarebbe stata diversa”. 

*si prega di citare la fonte 


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