Esclusiva LSW | "Chiacchiere rossazzurre" incontra Alessia Di Bella
Una nuova rubrica fa il suo esordio sulle pagine de LoSportWeb.com a cura del nostro Davide Villaggio dedicata ai tifosi del Catania
di Davide Villaggio
Una nuova rubrica fa il suo esordio sulle pagine de LoSportWeb.com a cura del nostro Davide Villaggio dedicata ai tifosi del Catania.
“Chiacchiere rossazzurre” sarà il nome della rubrica che ci accompagnerà in questo viaggio non solo alle pendici dell'Etna ma scovando tifosi del Catania in giro per il mondo.
Ai microfoni de Lo Sport Web è intervenuta la giornalista e tifosa del Catania Alessia Di Bella. Una chiacchierata con una supporter rossazzurra per parlare della sua passione e delle sue prospettive pensando al futuro del club rossazzurro.
Ciao Alessia, grazie per aver accettato l'invito della nostra redazione. Come stai?
"Ciao, sto bene e vi ringrazio per aver pensato a me per parlare del Catania".
Ti va di raccontarci la tua storia da tifosa del Catania? Com'è cominciato tutto?
"La mia storia da tifosa ha radici lunghissime, risalenti a 22 anni fa, avevo 8 anni quando mio papà mi portò allo stadio per la prima volta, era un Catania vs Verona (1-1), rimasi affascinata dall’ atmosfera in curva, provai qualcosa di mai provato prima, un amore che non si è mai spento ma che ha accresciuto maggiormente l’amore tra me e mio padre. Da lì non mi persi mai più una partita. Chiunque mi abbia conosciuta in tenera età, è stato travolto da questa mia passione per il Catania Calcio. Ti racconto un piccolo aneddoto: quando spensi le mie 13 candeline, mio papà mi fece un sorpresa, invitò a casa Fabio Caserta, uno dei protagonisti in quella stagione, fu accolto con cori da stadio da tutti i miei compagnetti. Qualche tempo dopo andò al Palermo, da lì capii il concetto “solo la maglia”.
Venendo al presente, ti aspettavi una cavalcata così trionfale del Catania in Serie D?
"Mi aspettavo che la cavalcata di quest’anno fosse trionfale, era nell’aria che qualcosa dovesse accadere, qualcosa di bello intendo. Tornando parecchio indietro, dopo la vicenda dei treni del gol, con l’allora presidente Pulvirenti, su di noi si è abbattuta una maledizione infinita, culminata poi con il fallimento (cavolo quanto ho pianto quel giorno). Abbiamo chiuso un ciclo, siamo ripartiti, a testa alta, Catania in serie D era un qualcosa di inimmaginabile, per la storia, per la tradizione, per la tifoseria, per tutto. Abbiamo battuto qualsiasi record quest’anno, sarò presuntuosa ma lo sapevo, doveva andare così, noi meritiamo palcoscenici veri".
E di Ross Pelligra che idea ti sei fatta? Riuscirà a portare il Catania in alto?
"Pelligra è un’icona, già dall’approccio iniziale: un australiano che non parla italiano ma siciliano, racconta molto di sè e della sua storia. Dopo tutti i ciarlatani che hanno provato ad avvicinarsi al Catania, Pelligra ha fatto la differenza, con progettazione sostenibile e lungimiranza. Mi aspetto che il Catania e Catania città, vivano un processo di trasformazione, da più punti di vista; Pelligra è un imprenditore a tutto tondo, al di là delle dinamiche in campo, potrebbe aiutare Catania anche da un punto di vista urbano. Più che un’ aspettativa è una speranza".
Se dovessi indicare tre calciatori top della stagione del Catania?
"La mia top 3? Non ho una top 3. Ognuno si è reso necessario a questa risalita, senatori e giovanissimi. Grinta e lava nelle vene. “Pattenu i cavaddi” possiamo evolverla in “Stanu avvulannu sti cavaddi”